Anche in un momento così difficile per lo spettacolo dal vivo, gli artisti del teatro piemontese non si fermano, scegliendo – nelle settimane tradizionalmente dedicate alla Memoria – di farsi cantori di quelle imperiture pagine consegnate dai grandi testimoni della Shoah al nostro (così incerto e spesso così dimentico) presente. In questo ricco panorama di azioni e performance, una delle proposte più interessanti è Io so cosa vuol dire non tornare. Condividere la memoria. Nel cammino di Primo Levi, progetto della Fondazione Circolo dei lettori dedicato alla memoria, realizzato con Centro Internazionale di Studi Primo Levi e in collaborazione con Giulio Einaudi editore, Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa, Ministero dell’istruzione università e ricerca (MIUR), Fondazione Leonardo Sinisgalli, Comune di Novara, Comune di Settimo Torinese e Fondazione ECM – Esperienze di Cultura Metropolitana.
Il ciclo di lezioni, letture e riflessioni online dedicate a Primo Levi, alla sua voce e a ciò che ci ha lasciato è stato inaugurato – il 14 gennaio scorso – da Annunciazione. Dodici poesie intorno ad Auschwitz, a cura di Domenico Scarpa, con letture di Valter Malosti. L’incontro-reading è visibile qui di seguito o sul canale YouTube del Circolo dei lettori.
ANNUNCIAZIONE. DODICI POESIE INTORNO AD AUSCHWITZ
letture di Valter Malosti
a cura di Domenico Scarpa
in collaborazione con Fondazione TPE – Teatro Piemonte Europa e Giulio Einaudi editore
nell’ambito di “Io so cosa vuol dire non tornare. Condividere la memoria. Nel cammino di Primo Levi“
«Abissinia abissale, Irlanda iridata adirata»… Quando, al principio degli Anni Trenta, Primo Levi era un ragazzo disponibile a ogni avventura, volle disegnare un suo atlante pieno di colori, dove ciascun paese aveva forme bizzarre e suggeriva invenzioni di parole. C’era anche la Germania, «terra turchina di germi e di germogli». Il ragazzo Levi non poteva sapere che proprio da quel paese sarebbe germogliato un punto sulla terra chiamato Auschwitz e destinato a essere, qualche anno più tardi, la più memorabile delle sue avventure. Da quel «primo Atlante» del ragazzo Primo Levi si è scelto di cominciare una lettura delle sue poesie: dodici testi, che aprono Auschwitz e il Giorno della Memoria nelle direzioni più inattese.